Il WWF Livorno aderisce con convinzione alla Strategia Rifiuti Zero. Cos'è? Proviamo a spiegarlo in questo articolo che prende spunto dalla lettura del libro di Rossano Ercolini, il principale artefice del movimento in Italia: "Rifiuti Zero - Dieci passi per la rivoluzione ecologica del Premio Nobel per l'ambiente" (Baldini&Castoldi, 2018) e dal sito https://www.rifiutizerocapannori.it
"Se le due mani mischiano... allora ho i rifiuti, ma se le stesse mani separano, i rifiuti diventano materiali utili per produrre altri prodotti."
1.separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non e’ un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non e’ quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale. "Sono le comunità che fanno la differenza e la differenziata!".
2.raccolta porta a porta (integrata con isole e stazioni ecologiche): organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di RD in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito. Il sistema porta a porta responsabilizza i cittadini e rende possibile un controllo diffuso dei materiali conferiti.
3.compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio, con produzione di compost e/o biogas, da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
4.riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva. Importante puntare su piattaforme in grado di estrarre metali preziosi e terre rare. Obbligare con penali le amministrazioni pubbliche ad "acquisti verdi" per creare un mercato stabile dove collocare i prodotti riciclati.
5.riuso e riparazione: "contro l'inciviltà dell'usa e getta, del "nuovo per forza", dell'obsolescenza programmata dei prodotti", realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale.
6. tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu’ consapevoli.
7.riduzione dei rifiuti: "riciclare è bello ma prebvenire la formazione dei rifiuti è anche meglio". Lotta allo spreco alimentare, diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica (anche nelle scuole e in feste, sagre ed eventi), utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers usa e getta con sporte riutilizzabili, ripristinare il "vuoto a rendere".
8. trattare e studiare il rifiuto urbano residuo: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla RD, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua. Analizzare e studiare costantemente il contenuto del sacco dell'indifferenziato per analizzare e provare a risolvere quelli che possono essere definiti "errori di progettazione": vere e proprie "patologie" a cui porre rimedio.
9. centro di ricerca e riprogettazione: studi finalizzati alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.
10. la discarica transitoria: la discarica, con l'attuazione dei precedenti passi, accoglierà una quota residuale sempre minore di rifiuti, sempre più controllati e stabilizzati. La discarica somiglierà sempre più a un magazzino da cui in futuro estrarre materiali utili man mano che le tecnologie di trattamento industriale evolveranno.
Il progetto rifiuti zero è antitetico ad ogni forma di incenerimento. Gli inceneritori sono responsabili di emissioni di sostanze nocive, ma soprattutto, poichè devono essere alimentati costantemente, incentivano il consumo superfluo di risorse e deprimono le pratiche opposte di raccolta differenziata e di riduzione degli sprechi. Il sistema diviene "rigido" statico e unidirezionale, opponendosi al passaggio da un'economia lineare ad un'economia circolare.
"Appare evidente anche agli occhi di un bambino che se il centro degli affari punta a smaltire quanti più rifiuti possibile con discariche e inceneritori, al contrario considererà delle "Cenerentole" addirittura concorrenziali il ricorso a processi di riuso, riciclo, riduzione degli scarti."