Nell’estate 2023 e’ stato raggiunto il numero piu’ alto dei nidi di Tartaruga marina Caretta caretta deposti in Toscana, ben 24, di cui 9 nelle isole dell’arcipelago e 15 distribuiti lungo il litorale continentale. Non possiamo affermarlo con certezza scientifica ma questi dati, ed in particolare i 7 nidi deposti lungo la costa apuano-versiliese, confermano lo spostamento verso nord dei siti di nidificazione probabilmente legato al riscaldamento delle acque marina causato dal cambiamento climatico. Le Tartarughe sono tornate anche lungo il litorale livornese regalandoci 4 deposizioni che abbiamo seguito confermando con grande piacere la consolidata collaborazione del WWF Livorno con l’associazione tartAmare, titolare del progetto ministeriale per la gestione dei nidi nella nostra provincia.
Il primo nido e’ stato deposto il 4 Luglio lungo litorale piombinese nei pressi dell’area ex Anpil della Sterpaia dove alcuni bagnanti hanno avuto la fortuna di assistere all’uscita dal
mare della Tartaruga
Da subito ci siamo attivati supportando tartAmare nella messa in sicurezza del nido con la collaborazione concreta del Comune e nell’organizzazione dei presidi per i quali risulta determinante la partecipazione dei numerosi volontari.
Durante il periodo di incubazione non sono stati registrati particolari problemi ed il 25 Agosto sono emerse le prime Tartarughine, ben 51 nella prima nottata. Venerdi 1 Settembre tarTamare ha proceduto all’apertura del nido che nel complesso ha evidenziato un’ottima percentuale di schiusa, questo tratto litoraneo come prima esperienza si e’ rilevato sicuramente positivo per la nidificazione comunque avvenuta in un periodo propizio.
Il 5 Agosto una prima sorpresa : l’emersione e la deposizione delle uova da parte di una Tartaruga a Vada nella spiaggia della “Bucaccia”, peraltro un tratto litoraneo sicuramente antropizzato. Da subito molte volontarie/i locali hanno adottato il nido supportando tarTamare e WWF nelle attivita' di controllo. Qualche dubbio e’ subito emerso per la composizione e la tipologia dell’arenile, sicuramente molto compatto.
Un Agosto sicuramente intenso, infatti a Ferragosto e’ stata individuata la nidificazione di San Vincenzo, a Rimigliano, sicuramente considerabile tardiva seppur in un tratto di arenile consuetudinario visti i numerosi nidi degli ultimi anni tutti peraltro contraddistinti da ottimi esiti.
Subito a seguire il 19 venivano segnalate alcune Tartarughine nate a M.na di Cecina nell’arenile antistante la Riserva dei Tomboli di Cecina, un tratto costiero che specialmente nella zona piu’ a nord evidenzia purtroppo grossi fenomeni erosivi. In questo caso le tracce della deposizione non erano state individuate, il nido considerando la posizione e’ stato sicuramente sottoposto a calpestio e a possibili danneggiamenti. Nei giorni seguenti si sono verificate alcune ulteriori nascite, quindi il 27 Agosto l’apertura che evidenzia un successo di schiusa del 49%, un dato non eccellente ma vista la situazione non e’ semplice individuare le cause precise.
L'estate stava ormai volgendo al termine ed in base alle analisi delle temperature rilevate il personale scientifico di tartAmare ha man mano aggiornato le previsioni di schiusa dei nidi di Vada e San Vincenzo che ormai tendevano a fine Ottobre. Queste due deposizioni sono considerabili sicuramente tardive, in base alle analisi delle temperature rilevate il personale scientifico di tartAmare ha man mano aggiornato le previsioni di schiusa che ormai tendevano a fine Ottobre. Il clima si e’ rilevato abbastanza mite ma dato il periodo le temperature comunque tendevano sotto la soglia minima stimata per lo sviluppo embrionale, cosi tartaAmare ha pensato di collocare sui nidi una “cupola serra”, peraltro una installazione gia’ adottata in altre regioni. Condividendo la scelta abbiamo fornito un nostro piccolo aiuto nella realizzazione pratica della struttura per la quale ringraziamo particolarmente i Comuni di San Vincenzo e Rosignano M.mo per la collaborazione ed il contributo attivo.
In base alle analisi ed al confronto delle temperature rilevate all’interno della cupola alla profondita’ del nido possiamo affermare che abbia ottenuto il risultato atteso soprattutto per il nido di Vada che ha avuto tempi di incubazione piu’ lunghi. Infatti a San Vincenzo il 16 Ottobre, nella notte seguente all’installazione della cupola, sono nate le Tartarughine, ben 68 nell’arco della prima nottata, uno spettacolo….. Il nido registrera’ un successo di schiusa del 92% confermando questo tratto del litorale di Rimigliano come zona di eccellenza per la nidificazione magari in questo caso aiutata dall’assenza di forti mareggiate, sempre un rischio soprattutto per i nidi tardivi. Infatti nei giorni seguenti sono transitate due importanti perturbazioni che hanno causato importanti piogge e venti molto forti che hanno messo a dura prova la cupola-serra di Vada che, oltre a resistere senza particolari problemi, ha garantito almeno le condizioni minime per lo sviluppo embrionale. Fortunatamente l’arenile e’ protetto dalle mareggiate dalla presenza di strutture frangiflutti.
Numerose volontarie/i hanno continuato a vigilare sul nido supportando la nostra attivita’ e fortunatamente nella notte tra il 21 ed il 22 sono nate le prime Tartarughine alle quali ne sono seguite altre nei giorni seguenti. Il 29 Ottobre tartAmare ha provveduto all’apertura del nido, una percentuale di schiusa contenuta ma considerando la situazione pienamente soddisfacente. Tra le criticita’ riscontrate sicuramente la granulometria della sabbia, molto compatta e tendente a cementificare, ha probabilmente limitato lo scambio gassoso influenzando lo sviluppo degli embrioni e chiaramente ostacolandone la risalita. Evidenziata da tartAmare anche la probabile massiccia presenza di funghi ed infine la vicinanza delle Tamerici che con le loro radici, anche nel relativamente breve periodo di incubazione delle uova, riescono ad interferire con le stesse. Un nido comunque importante anche per i primi dati raccolti sulla cupola-serra. In questo senso condividiamo la messa in atto di azioni dirette, non troppo invasive, che nel caso di nidi tardivi possano aiutare gli embrioni a completare il naturale sviluppo e quindi l’emersione soprattutto lungo le nostre coste interessate dall’espansione dell’areale di nidificazione delle Caretta caretta, peraltro una specie comunque classificata come vulnerabile.
Anche questa attivita’, in vista della prossima stagione, saremmo ben lieti di poterla condividere con ulteriori persone interessate che invitiamo a contattarci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.