Appena un anno fa WWF Italia, Greenpeace Italia e Legambiente nazionale hanno presentato uno studio sulle energie rinnovabili https://eccoclimate.org/wp-content/uploads/2023/05/Politiche-near-zero-power-Italy-2035_9giugno-1.pdf Lo studio mostra quali caratteristiche dovrà avere un sistema elettrico italiano sostanzialmente decarbonizzato al 2035. L'analisi affronta i bisogni in termini di produzione, tecnologie e strategie politiche. Lo scenario valuta il percorso più economico per garantire sia l'obiettivo di decarbonizzazione, sia la sicurezza energetica.
Affinché il sistema elettrico decarbonizzato al 2035 sia fattibile al costo più basso possibile, saranno necessarie alcune politiche abilitanti:
• coerenza del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) con gli obiettivi di decarbonizzazione e incremento rinnovabili e loro monitoraggio;
• interventi nel processo autorizzativo degli impianti rinnovabili e delle infrastrutture abilitanti;
• applicazione del nuovo dispacciamento elettrico con integrazione di tutte le fonti di flessibilità;
• facilitazione della diffusione dei contratti di lungo termine di commercializzazione dell’energia di nuovi impianti rinnovabili;
• abilitazione dell’efficienza energetica dei consumatori (industriali, commerciali, domestici) attraverso prezzi dinamici e segnali coerenti in bolletta che includono l’eliminazione di sussidi alle energie fossili;
• aggiornamento del sistema di incentivi ai gestori di rete al fine di valorizzare le risorse di flessibilità distribuite e di responsabilizzare i distributori;
• Eliminazione investimenti nel sistema elettrico incoerenti con la decarbonizzazione.
Dallo studio emerge:
• la necessità di un incremento di oltre 90 GW di rinnovabili rispetto alla capacità installata del 2021. Una cifra di poco superiore agli 85 GW già prefigurati da Elettricità Futura;
• l’urgenza di un netto cambio di passo rispetto agli attuali livelli di installazione annua di capacità rinnovabile (circa 8 volte di più). L’obiettivo è arrivare al 2035 a circa 250 GW di capacità installata rinnovabile (circa 160 nel 2030), per quasi 450 TWh di produzione nazionale – (quasi 350TWh nel 2030);
• il ruolo decisivo che dovrebbe avere la flessibilità su diverse scale temporali (giornaliera, settimanale, stagionale) richiedendo un mix di tecnologie, inclusa la flessibilità della domanda (demand response), accumuli, reti ed elettrolizzatori;
• l’azzeramento del contributo della generazione a gas fossile nel 2035 (54 TWh nel 2030). Alcuni impianti di generazione termoelettrica saranno ancora usati con alimentazione a idrogeno e biogas.
Purtroppo, nonostante i segnali sempre più numerosi ed inequivocabili sulla gravità dei rischi dovuti al cambiamento climatico, la recente COP 29( Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici) tenutasi a Baku, in Azerbaijan, ha evidenziato gli egoismi degli stati produttori di petrolio e gas, ben appoggiati dai rappresentanti delle numerose multinazionali degli idrocarburi, presenti in massa alla conferenza. Anche il nostro governo sta tirando il freno a mano, ma resta comunque la necessità di rispettare gli accordi del New Green Deal Europeo, per raggiungere i traguardi del 2035.
Ma quale è la situazione nella provincia di Livorno?
La nostra provincia, da sempre molto industrializzata (comparto siderurgico a Piombino, Solvay a Rosignano e raffineria Eni a Livorno), è già stata interessata da progetti inerenti energie pulite (FER), ed altri potrebbero realizzarsi.
Purtroppo si deve registrare da poco più di un anno l’entrata in funzione del rigassificatore di Piombino, che non ha niente di sostenibile, ma anzi allontana l’Italia dalla decarbonizzazione, investendo in inquinante gas GNL (Gas Naturale Liquefatto). Dopo un anno, ha cominciato solo da poco a lavorare a pieno regime.
Sempre nel territorio di Piombino, in Val di Cornia, insistono sei pale eoliche, ma ci sono oltre dieci progetti tra fotovoltaico-agrivoltaico ed eolico che stanno per essere approvati, oppure aspettano l’inizio dei cantieri. In questo caso visto il numero elevato di progetti e il ristretto areale in cui sono stati inseriti, sentiamo la necessità di vagliarli e valutarli per capire se sono tutti veramente utili o se non sia il caso di opporsi ad alcuni e chiedere per altri alcune modifiche progettuali.
Per alcuni progetti (due fotovoltaici ed uno eolico), abbiamo presentato delle osservazioni (allegate), vista l’importanza e la delicatezza delle aree naturali protette situate nelle immediate vicinanze.
Un altro progetto, in loc. bocca di Cornia, ha accolto alcune nostre osservazioni, trasformandosi da fotovoltaico ad agrifotovoltaico quindi prevedendo anche colture agricole tra i pannelli in una superficie totale decurtata di alcuni ettari rispetto al progetto iniziale.
A proposito delle energie rinnovabili (FER), si sta’ concludendo in Regione l’analisi delle aree idonee e non idonee ad ospitare impianti di tale tipo. Questa classificazione è fondamentale per raggiungere i traguardi della legge Europea, ma soprattutto per cercare di salvaguardare quelle aree importanti per la biodiversità che potrebbero ricevere danni da tali impianti.
Infine, ad ottobre 2024 si è assistito all’abbattimento delle due ciminiere della ormai ex centrale Enel di Torre del Sale, dismessa dal 2014. Essendo vicina alla Riserva Naturale Regionale WWF di Orti Bottagone, non possiamo che esserne soddisfatti, è stato restituito uno skyline, più consono con l’area naturale umida protetta, oltre ad interrompere un’attività inquinante.